Una casa di cura per malate mentali: quale luogo migliore per ritrovare un po’ di pace e godersi una vacanza in totale riposo?
L’inganno è presto ideato ai danni della povera Ornella, la nuova arrivata: la figlia Carlina vuole solo proteggere e aiutare la sua amata mamma incline a crearsi a piacere programmi televisivi.
Complice il direttore della clinica, Massimo, dottore tanto carente di cure nei confronti delle pazienti quanto attento all’estetica della casa e del giardino, pieno di fiori rari.
Purtroppo, la stessa passione non è condivisa dal cinico Arturo, ragioniere…a volte… spesso giardiniere della clinica con un’avversione verso le piante e un’inclinazione a farle morire un po’ troppo spesso.
Completano il personale dell’“albergo” il professor Princivalli, stimato psicologo, ma goffo e delirante, e la sua assistente personale, Geltrude…pardon, Amalia, attenta, meccanica, perfetta!
Tra le ospiti s’incontra Adele che vive in un’eterna tragedia, continuando a recitare battute di sue opere che però un mediocre autore prima di lei aveva già scritto: Shakespeare.
La stressata Eleonora, scappata dal marito Carlo a causa di un presunto contratto milionario presso una rinomata casa editrice, si è rifugiata lì per scrivere in pace i suoi libri gialli.
L’unica ad avere un contatto con la realtà è Federica. La sola che non è lì per sua volontà. Anoressica, o definita tale, cinica e scortese, vorrebbe solamente annullare le sue forme per diventare una bellissima ballerina classica.
La follia la fa sempre da sovrana nel singolare albergo. Del resto… “chiunque sostiene che siamo sani di mente è un pazzo ed è ugualmente pazzo chi sostiene che non lo siamo. Perciò qualsiasi opinione sull’argomento è del tutto opinabile”.
Una casa di cura improponibile dove si ritrovano a convivere alcune donne che si sono spinte un po’ oltre nel sottile equilibrio tra fantasia e follia. Donne “usate”, logorate dalla vita che ha reso impossibili i loro sogni, mettendone a dura prova la sensibilità.
L‘autore contemporaneo Aldo Lo Castro gioca con battute che fanno la critica alla società di oggi e punta a una comicità più di parole che di azione.
Un testo originale, tutt’altro che scontato, più che mai attuale, dove alle risate tipiche della commedia degli equivoci si alternano istanti di commozione e di riflessione toccante su un tema profondo e delicato.
Una casa di cura per malate mentali: quale luogo migliore per ritrovare un po’ di pace e godersi una vacanza in totale riposo?
L’inganno è presto ideato ai danni della povera Ornella, la nuova arrivata: la figlia Carlina vuole solo proteggere e aiutare la sua amata mamma incline a crearsi a piacere programmi televisivi.
Complice il direttore della clinica, Massimo, dottore tanto carente di cure nei confronti delle pazienti quanto attento all’estetica della casa e del giardino, pieno di fiori rari.
Purtroppo, la stessa passione non è condivisa dal cinico Arturo, ragioniere…a volte… spesso giardiniere della clinica con un’avversione verso le piante e un’inclinazione a farle morire un po’ troppo spesso.
Completano il personale dell’“albergo” il professor Princivalli, stimato psicologo, ma goffo e delirante, e la sua assistente personale, Geltrude…pardon, Amalia, attenta, meccanica, perfetta!
Tra le ospiti s’incontra Adele che vive in un’eterna tragedia, continuando a recitare battute di sue opere che però un mediocre autore prima di lei aveva già scritto: Shakespeare.
La stressata Eleonora, scappata dal marito Carlo a causa di un presunto contratto milionario presso una rinomata casa editrice, si è rifugiata lì per scrivere in pace i suoi libri gialli.
L’unica ad avere un contatto con la realtà è Federica. La sola che non è lì per sua volontà. Anoressica, o definita tale, cinica e scortese, vorrebbe solamente annullare le sue forme per diventare una bellissima ballerina classica.
La follia la fa sempre da sovrana nel singolare albergo. Del resto… “chiunque sostiene che siamo sani di mente è un pazzo ed è ugualmente pazzo chi sostiene che non lo siamo. Perciò qualsiasi opinione sull’argomento è del tutto opinabile”.
Una casa di cura improponibile dove si ritrovano a convivere alcune donne che si sono spinte un po’ oltre nel sottile equilibrio tra fantasia e follia. Donne “usate”, logorate dalla vita che ha reso impossibili i loro sogni, mettendone a dura prova la sensibilità.
L‘autore contemporaneo Aldo Lo Castro gioca con battute che fanno la critica alla società di oggi e punta a una comicità più di parole che di azione.
Un testo originale, tutt’altro che scontato, più che mai attuale, dove alle risate tipiche della commedia degli equivoci si alternano istanti di commozione e di riflessione toccante su un tema profondo e delicato.
